Ai fini di un’accurata esposizione
del progetto è necessaria una breve premessa.
Nella documentazione allegata al presente bando è al-legato
lo studio di fattibilità per la realizzazione di un parcheggio
interrato, redatto nel 1999, che rivela le intenzioni dell’amministrazione
riguardo all’area oggetto d’intervento. Due sono le
ragioni che, secondo noi, avrebbero tuttavia indotto dubbio ed incertezza
per la sua realizzazione.
La prima riguarda le rampe di accesso al sotterraneo che, collocate
all’interno della piazza insieme alle torrette di ventilazione
e di sbocco pedonale, avrebbero costituito uno sgradito ostacolo
alla fruizione funzionale e scenografica di questo particolare spazio
urbano, storicamente eletto a salotto cittadino.
La seconda allude all’impossibilità d’aver potuto
recuperare in qualche modo il reperto di origine romana che le mappe
indicano in due strade confluenti verso l’attuale via Vittorio
Emanuele II (via Maestra) e collocate lungo gli assi che oggi definiscono
corso Langhe e corso Piave.
Una ulteriore sconvenienza allo sviluppo del progetto in tale senso
è sembrata, a nostro giudizio, la conservazione in collocazioni
distinte della fontana e della rotonda di smaltimento del traffico
urbano.
Data questa premessa, il progetto proposto intende, invece, raggruppare
in un unico punto nodale le varie funzioni descritte in precedenza.
In particolare, mantenendo inalterata la posizione della fontana,
questa risulterebbe rinnovata, ampliata e compresa in una nuova
rotonda di smaltimento del traffico, del diametro di 25 metri.
In sostanza, l’intera rotonda verrebbe ad essere la nuova
fontana, sorgente dal sottosuolo perché ospite delle rampe
d’accesso e recesso del posteggio interrato.
L’impressione, per chi dovesse scendere o salire le rampe
dei parcheggi, sarebbe quella di calare o sorgere direttamente dalla
fontana. Le lame d’acqua che costeggiano i piani stradali,
inclinati con una pendenza del 13%, favorirebbero altresì,
oltre l’indubbia suggestione, la depurazione naturale dell’aria
viziata dei parcheggi. Il corredo scenografico ed estetico verrebbe
infine assicurato da una istallazione costituita da vasche sovrapposte
in modo formalmente casuale, sorrette idealmente e soltanto dalle
lame d’acqua che le stesse versano l’una nell’altra.
L’artificio, ottenibile con l’uso di lastre di vetro
ad alto spessore illuminate all’interno, conserverebbe valenza
scenica anche in caso di richiesta o incidentale assenza idrica.
La ricerche sull’utilizzo scultoreo dell’acqua dell’artista
danese Olafur Eliasson sono esempio di come sia possibile suscitare
emozioni intense solamente rivelando il contrasto tra l’incessante,
perenne e definitivo scrosciare del liquido da una vasca nell’altra,
nel modo di una naturale cascata, e la fragile precarietà
dell’impalcatura di supporto.
Nel nostro caso, l’assenza finanche del sostegno, insieme
con la dimensione e la scala considerevole dell’impianto,
dovrebbero amplificare la suggestione sebbene in mancanza di un’apparenza
monumentale tipica delle fontane tradizionali.
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Definito in tal modo il problema dell’ingombro
degli accessi al parcheggio, rimane aperto il tema della conservazione
del reperto romano individuato nelle mappe storiche. Tenuto conto
che la quota media dei ruderi stradali romani esistenti in città
è di circa 1,5-1,8 metri sotto l’attuale livello di
suolo, è risultato inevitabile la sovrapposizione della strada
romana con il nuovo vano interrato.
La soluzione da noi proposta per la conservazione del ritrovamento,
unitamente alla sua valorizzazione e disponibilità all’accesso,
prevede di sottopassare il medesimo mediante la costruzione di un
parcheggio con
piani di pendenze minima (5%), contrapposti per formare più
livelli di utilizzo.
In questo modo, su complessivi due livelli (tre verso la fontana)
si ottengono un totale di 170 posti auto, dei quali 80 accessibili
al pubblico al primo livello e i restanti 90 al secondo livello,
distinto secondo normativa in un compartimento separato e chiudibile
rispetto al
primo, da destinarsi ai privati. L’areazione del primo livello
avverrebbe tramite le griglie di soffitto che riproducono sul pavimento
della piazza l’andamento del ritrovamento sottostante. Quella
del secondo livello tramite un vano di sbocco verso la fontana,
quindi non visibile dall’esterno, che trapassa il piano superiore.
La superficie totale del parcheggio è di circa 5700 mq. e
risulterebbe conforme a quanto previsto dal Decreto Legge relativo
alla sicurezza delle persone.
Il reperto stradale romano risulterebbe recuperato e valorizzato
dalla possibilità di costeggiarlo mediante passerelle laterali
che funzionerebbero, altresì, da via di accesso e recesso
pedonali verso gli sbocchi in tre punti distinti della sovrastante
piazza Savona. La struttura,
in parte retta da pilastri e in parte sospesa al soffitto, darebbe
l’idea di fluttuare nel vuoto sopra i posteggi, contribuendo
in modo sostanziale al corredo scenografico degli stessi.
La figura precedente, pur riproducendo una situazione del tutto
diversa, dovrebbe dare l’idea di quanto è possibile
ottenere dal recupero scenografico del reperto.
Per quanto riguarda la piazza e la sua definizione, con-viene riferirsi
idealmente alla condizione nei primi anni ’50.
Si può subito notare come l’assenza degli abeti centrali
dia maggiore libertà allo spazio compreso tra i fabbricati,
relazionandoli in modo diverso ed equilibrato.
La nostra idea di progetto intende riproporre il recupero di tutto
lo spazio della piazza, sia dal punto di vista prospettico che da
quello strettamente funzionale. La disposizione di una pavimentazione
in trachite grigia
(la stessa che ricopre piazza S. Marco a Venezia) solcata dalla
riproduzione della strada romana sottostante - costruita con lastre
di granito bianco di Montorfano - rappresenta, secondo il nostro
progetto, un ideale tappeto che ricopre l’intera piazza e
invade i portici fino a sfiorare i fabbricati latistanti. Nella
confluenza delle tracce che raccontano il ritrovamento sottostante
è stata pensata l’installazione di una fontana a raso,
utilizzabile a piacimento e fornita di getti diversi per le diverse
occasioni.
La stessa tipologia di fontana, con uguali caratteristiche, è
stata immaginata nel tratto che introduce corso Langhe nella confluenza
con la rotonda centrale, nel mezzo della quale si è pensata
la collocazione della statua del Generale Covone.
Ultimo aspetto di rilievo relativo al progetto proposto è
rappresentato dalla tessitura dei vari materiali che costituiscono
la pavimentazione. L’utilizzo di materiali tra-dizionali e
largamente usati in città (come pietra di Luserna e cubetti
di porfido) unitamente a materiali la cui scelta confida maggiormente
nella loro valenza cromatica, hanno il compito di spingere il centro
cittadino oltre la sua dimensione storica.
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