<%@LANGUAGE="JAVASCRIPT" CODEPAGE="CP_ACP"%> studiolazier.com - Concorso di idee per la sistemazione di Piazza Savona
ottobre 2005
Città di Alba
Concorso di idee per la sistemazione di Piazza Savona


Relazione illustrativa

Ai fini di un’accurata esposizione del progetto è necessaria una breve premessa.
Nella documentazione allegata al presente bando è al-legato lo studio di fattibilità per la realizzazione di un parcheggio interrato, redatto nel 1999, che rivela le intenzioni dell’amministrazione riguardo all’area oggetto d’intervento. Due sono le ragioni che, secondo noi, avrebbero tuttavia indotto dubbio ed incertezza per la sua realizzazione.
La prima riguarda le rampe di accesso al sotterraneo che, collocate all’interno della piazza insieme alle torrette di ventilazione e di sbocco pedonale, avrebbero costituito uno sgradito ostacolo alla fruizione funzionale e scenografica di questo particolare spazio urbano, storicamente eletto a salotto cittadino.
La seconda allude all’impossibilità d’aver potuto recuperare in qualche modo il reperto di origine romana che le mappe indicano in due strade confluenti verso l’attuale via Vittorio Emanuele II (via Maestra) e collocate lungo gli assi che oggi definiscono corso Langhe e corso Piave.
Una ulteriore sconvenienza allo sviluppo del progetto in tale senso è sembrata, a nostro giudizio, la conservazione in collocazioni distinte della fontana e della rotonda di smaltimento del traffico urbano.

Data questa premessa, il progetto proposto intende, invece, raggruppare in un unico punto nodale le varie funzioni descritte in precedenza. In particolare, mantenendo inalterata la posizione della fontana, questa risulterebbe rinnovata, ampliata e compresa in una nuova rotonda di smaltimento del traffico, del diametro di 25 metri.
In sostanza, l’intera rotonda verrebbe ad essere la nuova fontana, sorgente dal sottosuolo perché ospite delle rampe d’accesso e recesso del posteggio interrato.
L’impressione, per chi dovesse scendere o salire le rampe dei parcheggi, sarebbe quella di calare o sorgere direttamente dalla fontana. Le lame d’acqua che costeggiano i piani stradali, inclinati con una pendenza del 13%, favorirebbero altresì, oltre l’indubbia suggestione, la depurazione naturale dell’aria viziata dei parcheggi. Il corredo scenografico ed estetico verrebbe infine assicurato da una istallazione costituita da vasche sovrapposte in modo formalmente casuale, sorrette idealmente e soltanto dalle lame d’acqua che le stesse versano l’una nell’altra.
L’artificio, ottenibile con l’uso di lastre di vetro ad alto spessore illuminate all’interno, conserverebbe valenza scenica anche in caso di richiesta o incidentale assenza idrica.
La ricerche sull’utilizzo scultoreo dell’acqua dell’artista danese Olafur Eliasson sono esempio di come sia possibile suscitare emozioni intense solamente rivelando il contrasto tra l’incessante, perenne e definitivo scrosciare del liquido da una vasca nell’altra, nel modo di una naturale cascata, e la fragile precarietà dell’impalcatura di supporto.



Nel nostro caso, l’assenza finanche del sostegno, insieme con la dimensione e la scala considerevole dell’impianto, dovrebbero amplificare la suggestione sebbene in mancanza di un’apparenza monumentale tipica delle fontane tradizionali.

Definito in tal modo il problema dell’ingombro degli accessi al parcheggio, rimane aperto il tema della conservazione del reperto romano individuato nelle mappe storiche. Tenuto conto che la quota media dei ruderi stradali romani esistenti in città è di circa 1,5-1,8 metri sotto l’attuale livello di suolo, è risultato inevitabile la sovrapposizione della strada romana con il nuovo vano interrato.
La soluzione da noi proposta per la conservazione del ritrovamento, unitamente alla sua valorizzazione e disponibilità all’accesso, prevede di sottopassare il medesimo mediante la costruzione di un parcheggio con
piani di pendenze minima (5%), contrapposti per formare più livelli di utilizzo.
In questo modo, su complessivi due livelli (tre verso la fontana) si ottengono un totale di 170 posti auto, dei quali 80 accessibili al pubblico al primo livello e i restanti 90 al secondo livello, distinto secondo normativa in un compartimento separato e chiudibile rispetto al
primo, da destinarsi ai privati. L’areazione del primo livello avverrebbe tramite le griglie di soffitto che riproducono sul pavimento della piazza l’andamento del ritrovamento sottostante. Quella del secondo livello tramite un vano di sbocco verso la fontana, quindi non visibile dall’esterno, che trapassa il piano superiore.
La superficie totale del parcheggio è di circa 5700 mq. e risulterebbe conforme a quanto previsto dal Decreto Legge relativo alla sicurezza delle persone.
Il reperto stradale romano risulterebbe recuperato e valorizzato dalla possibilità di costeggiarlo mediante passerelle laterali che funzionerebbero, altresì, da via di accesso e recesso pedonali verso gli sbocchi in tre punti distinti della sovrastante piazza Savona. La struttura,
in parte retta da pilastri e in parte sospesa al soffitto, darebbe l’idea di fluttuare nel vuoto sopra i posteggi, contribuendo in modo sostanziale al corredo scenografico degli stessi.


La figura precedente, pur riproducendo una situazione del tutto diversa, dovrebbe dare l’idea di quanto è possibile ottenere dal recupero scenografico del reperto.

Per quanto riguarda la piazza e la sua definizione, con-viene riferirsi idealmente alla condizione nei primi anni ’50.


Si può subito notare come l’assenza degli abeti centrali dia maggiore libertà allo spazio compreso tra i fabbricati, relazionandoli in modo diverso ed equilibrato.
La nostra idea di progetto intende riproporre il recupero di tutto lo spazio della piazza, sia dal punto di vista prospettico che da quello strettamente funzionale. La disposizione di una pavimentazione in trachite grigia
(la stessa che ricopre piazza S. Marco a Venezia) solcata dalla riproduzione della strada romana sottostante - costruita con lastre di granito bianco di Montorfano - rappresenta, secondo il nostro progetto, un ideale tappeto che ricopre l’intera piazza e invade i portici fino a sfiorare i fabbricati latistanti. Nella confluenza delle tracce che raccontano il ritrovamento sottostante è stata pensata l’installazione di una fontana a raso, utilizzabile a piacimento e fornita di getti diversi per le diverse occasioni.


La stessa tipologia di fontana, con uguali caratteristiche, è stata immaginata nel tratto che introduce corso Langhe nella confluenza con la rotonda centrale, nel mezzo della quale si è pensata la collocazione della statua del Generale Covone.
Ultimo aspetto di rilievo relativo al progetto proposto è rappresentato dalla tessitura dei vari materiali che costituiscono la pavimentazione. L’utilizzo di materiali tra-dizionali e largamente usati in città (come pietra di Luserna e cubetti di porfido) unitamente a materiali la cui scelta confida maggiormente nella loro valenza cromatica, hanno il compito di spingere il centro cittadino oltre la sua dimensione storica.

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